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lunedì 9 dicembre 2019


VINCENZO ROGGERI IN CATTEDRALE



BIOGRAFIA DEL ROGGERI
Vincenzo Roggeri nacque a Caltanissetta nel 1635. Nel 1656 si sposò con Margherita Patrocinio dalla quale ebbe cinque figli. La famiglia del Roggeri apparteneva al ceto abbiente di Caltanissetta, la cui ricchezza derivava dalle numerose commissioni che l’artista riceveva e infatti le sue spoglie furono accolte nelle chiesa di San Domenico. I suoi primi anni furono influenzati dall’artista siciliano Piero D’Asaro ma, successivamente egli approfondì il linguaggio caravaggesco. Roggeri, in particolare, si differenzió per l’originalità delle componenti espressive e tecniche delle sue opere. Nel dettaglio Roggeri nei suoi dipinti si avvaleva di uno spettro cromatico che andava dal rosso al marrone.

In Cattedrale sono conservate alcune sue opere


LA SACRA FAMIGLIA CON SANT’ANNA E SAN GIOACCHINO
Nel quadro in questione è rappresentata la Madonna con in braccio Gesù Bambino; a destra si trova sant’Anna che è intenta di offrire al Bambinello delle ciliegie, mentre a sinistra e a destra rispettivamente troviamo San Giuseppe e San Gioacchino che ammirano la scena. Il dipinto potrebbe collocarsi in una fase dell’artista piuttosto avanzata, dove il suo stile si ispira al naturalismo caravaggesco.

LA LAPIDAZIONE DI SANTO STEFANO
Nella scena è raffigurato santo Stefano che prega in ginocchio, attorniato dalla folla giudea che lo accusa di aver bestemmiato contro Mosè e contro Dio e vuole lapidarlo. In alto al centro è raffigurata la santissima Trinitá circondata da coppie di angeli, uno dei quali regge un ramo di palma come metafora del martirio e della vittoria cristiana sulla morte. Da notare che i diversi soggetti che affollano il dipinto sono raffigurati con grande realismo ed una precisa anatomia dei corpi.

IL MARTIRIO DI SAN LORENZO
San Lorenzo è rappresentato insieme ai suoi carnefici: il primo lo blocca dalle spalle, il secondo a sinistra sta attizzando la brace, il terzo invece lo tormenta con una forcella. In alto a destra, secondo la tradizione agiografica l’imperatore Valeriano che, seduto sullo scranno, assiste al supplizio. Particolarmente suggestivo l’effetto illuministico che pervade la cupa scena notturna, ottenuto dalla concentrazione al centro del dipinto della luce della fiaccola.E' una copia da Tiziano.

IL MARTIRIO DI SAN FELICE
Fonti storiche ricordano che i resti del santo martire verranno omaggiate a Francesco Moncada, il quale provvide a collocarle nella chiesa dei cappuccini di Caltanissetta. Successivamente vennero trasferite nella chiesa di Santa Maria la Nova e collocate nell’altare di una cappella a lui dedicata. Il Santo è collocato al centro ed è inginocchiato in preghiera; raffigurato con i polsi legati da una corda.
A destra della scena un anziano trascina un ariete, simbolo del martirio. Un uomo sul fondo sta per mozzare il capo del santo. In alto a destra una figura su un trono, che sta per dare l’ordine di esecuzione.

SANTA ROSALIA GUIDATA DAGLI ANGELI
Santa Rosalia è rappresentata guidata da due angeli di cui uno le indica la strada per Palermo. In basso, due angioletti reggono ciascuno un crocifisso ed un teschio, un terzo una corona di rose simboli della Santa palermitana.

SANT’ANNA, SAN GIOACCHINO E LA MADONNA BAMBINA
La Santa è rappresentata nell’atto di istruire la vergine bambina; San Gioacchino assiste attento all’indottrinamento della figlioletta. Il trattamento del panneggio e l’uso di accese cromie sono simili a quelli della Santa Apollonia custodita nel museo diocesano.

I SETTE ARCANGELI

La composizione pittorica comprende sette dipinti che ornano la base dell’organo. Vi sono raffigurati sette angeli:
•Salitiele, l’Arcangelo dell’Ordine Sacro, colui che parla con Dio, raffigurato in preghiera.
•Raffaele, l’Arcangelo medico dell’estrema unzione e protettore dei giovani, rappresentato con il giovane Tobia.
•Gabriele, l’Arcangelo degli annunci e del battesimo, raffigurato con la lanterna accesa, lo specchio ed il giglio a tre fiori.
•Michele, l’Arcangelo condottiero, il cui nome significa “chi come Dio?”, rappresentato con spada e lancia.
•Barrachiele, l’Arcangelo del matrimonio, con l’attributo delle rose.
•Uriele, l’Arcangelo della confermazione, con la spada e lo scettro.
•Ieuridiele, l’Arcangelo della penitenza, con la corona e lo scettro.

SANT’ELIGIO

Il Santo fu orafo e palafreniere. Sant’Eligio è stato oggetto di venerazione da parte degli orefici e dei maniscalchi nisseni. Tra il 1811 e il 1880 gli venne dedicata una cappella dove sono collocati sia il dipinto, sia la statua che lo raffigura. E' raffigurato in un affresco nella terza lunetta a sinistra della volta. Posto al centro del dipinto regge con una mano il pastorale; ai lati due angeli gli sorreggono la veste, in alto altri due angeli tengono nelle mani la mitra le tenaglie ed il martello. Nella parte inferiore del dipinto è rappresentato il miracolo della ferratura di un cavallo imbizzarrito.



Realizzato da: Giulia Giardina, Marta Scalzo e Maria Vittoria Gueli


Tratto da AAVV, Vincenzo Roggeri, pittore nisseno del Seicento, Paruzzo 2013


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