Gino Morici: un artista originale
Caltanissetta, la città in cui sono nata e cresciuta, mi è
sempre parsa spenta, priva di stimoli, quasi trascinata dall'inerzia dello
scorrere del tempo.
Priva di vitalità, bellezza, novità... priva di ARTE.
Ma grazie ad un’esperienza, organizzata dall'associazione
FAI e proposta dalla Professoressa Aurelia Speziale del Liceo Classico Ruggero
Settimo, ho iniziato a riconsiderare le mie convinzioni.
Io e alcuni ragazzi della mia scuola abbiamo avuto
l'opportunità di conoscere il Palazzo delle Poste di Piazza Marconi a Caltanissetta,
di proprietà della banca del nisseno.
Come spesso accade non vediamo ciò che è sempre sotto i
nostri occhi e ne sottovalutiamo il valore.
Il Palazzo, di epoca Fascista, recentemente restaurato,
colpisce l'attenzione di chiunque ne varchi la soglia per le significative
pitture murarie che conferiscono particolare ampiezza agli ambienti.
Gran parte degli affreschi sono attribuiti a Gino Morici, un
artista siciliano di cui non avevo mai sentito parlare.
Nacque a Palermo nel 1901, fu anarchico in gioventù contro
la strumentalizzazione del regime fascista.
Artista lo era di
certo : pittore, architetto, scenografo e costumista in Italia e all'estero
inoltre da curioso inventore progettò un robot.
Salendo al
piano superiore si può apprezzare uno dei dipinti di Morici commissionatogli
dal regime: "L'Allegoria dell'Italia", in quanto voce della
propaganda fascista, rappresenta l'Italia come una prospera e giovane donna
circondata da dediti lavoratori.
Attraversando il corridoio ed entrando nella sala della
presidenza e del consiglio si possono ammirare diverse pitture, schizzi e
bozzetti di Gino Morici, attraverso i quali l'artista comunica all'osservatore raccontando
sé stesso.
La maggior parte delle pitture rappresentano "L'Hidalgo",
personaggio della letteratura spagnola, reinterpretato da Gino Morici come
l'immagine speculare di sé stesso.
L'ARTE di Morici è priva di interessi ed ha il solo fine di
trasmettere qualcosa e stupire l'osservatore.
Infatti egli trasforma sé stesso in un Hidalgo sognatore e
squattrinato, che trova appagamento nel proprio obbligo morale di artista.
Ogni Hidalgo rappresenta una sfaccettatura dell’eclettica
personalità di Morici.
l'Hidalgo pittore raffigura un personaggio i cui arti sono
dei veri e propri pennelli che egli utilizza per dipingere un castello.
Traspare nelle forme del castello un richiamo all'architettura spagnoleggiante
che testimonia il l'amore dell'artista per la cultura spagnola.
L'Hidalgo pescatore ha
ami, esche ed altri accessori al posto delle diverse parti del corpo. È come se
Morici volesse spiegarci il modo in cui riusciva a plasmare sé stesso in
funzione delle attività che amava svolgere.
Nei dipinti desta inoltre stupore la precisione con cui
l'artista riesce a rendere i minimi particolari, dal momento che l'Hidalgo
pescatore è un quadretto poco più grande di un foglio.
L'hidalgo con conchiglia avvicina quest’ultima al suo
orecchio in senso di ascolto; il quadretto si trova infatti nella sala del
consiglio e richiama le attività di riunione svolte nella stessa.
La Banca Ospita anche dipinti di tematica tradizionale quali
" l'uccisione del drago ad opera di San Giorgio" e "La Disputa
di Venere”.
Tali temi furono però reinterpretati e resi estremamente originali,
fintanto che nella " Uccisione del drago ad opera di San Giorgio" lo
spettatore vede la scena da dietro, non di fronte.
Ciò permette all'osservato di sentirsi parte integrante della
scena, quasi guardandola dalla stessa prospettiva di San Giorgio.
Fu una breve ma intensa esperienza che mi ha estremamente
coinvolta, offrendomi la possibilità di scoprire ed apprezzare qualcosa che
appartiene al mio territorio e alle mie radici.
Adesso osservo la mia città più attentamente, mi soffermo a
scrutarla nei minimi dettagli poiché in fondo la bellezza non è altrove;
possiamo inaspettatamente trovarla nella realtà quotidiana.
Karen Scalzo
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