lunedì 2 dicembre 2019

La chiesa di S. Sebastiano

La chiesa è stata voluta dal popolo in onore di San Sebastiano per la liberazione della città dalla peste. Fu gestita già dal XVI secolo dai macellai ma, nonostante le numerose rendite, a metà del XVII secolo cadde in rovina. Alcuni anni dopo venne parzialmente demolita lasciando i muri perimetrali laterali insieme ad alcune strutture interrate. A seguito di un furto fu privata di tutti gli argenti compresa la pisside, il cui successivo ritrovamento venne celebrato con grandi feste. Verso il 1870 fu ampliata la sacrestia e avviato il restauro del tempio su progetto di Alfonso Barbera: gli elementi barocchi vennero sostituiti da quelli classici, vennero aggiunte le lesene di ordine ionico, il pavimento in cemento e sull'altare maggiore la statua del santo. Durante il restauro del 2005 vennero ritrovate alcune decorazioni in gesso per le finestre.

La facciata, in mattonelle in cemento pressato con scaglie di marmo rosso cupo, si sviluppa su tre livelli. Tutte le sculture presenti, compresa la più importante di San Sebastiano al terzo livello, sono opere del Biangardi; il portale di ingresso e le colonne, presenti in tutti i livelli, sono sormontate da un timpano triangolare; al di sopra di questo, nel secondo livello, vi è una finestra bifora. La torre campanaria si conclude con una loggia poligonale.

Prima del 1804 le sepolture avvenivano quasi esclusivamente all'interno delle chiese. Da atti notarili del XVII secolo si hanno notizie di sepolture di confrati, cui spettava di diritto, e di molti fedeli all'interno della Chiesa di San Sebastiano. 
Tra il 2007 e il 2008, con i lavori di restauro del prospetto della Chiesa, iniziano anche delle indagini volte all'individuazione della cripta: si decide di procedere attraverso saggi manuali eseguiti nell'area centrale della Chiesa. Effettuati gli scavi sono stati ritrovati degli scalini che portano ad una stanza quadrangolare il cui ingresso è delimitato da un arco in pietra sul quale vi è una croce datata 1726.
Alle pareti della stanza sono addossati quattordici colatoi in pietra dove veniva posto il cadavere per l'essiccazione; al centro di ogni colatoio vi è un foro la cui funzione era quella di raccogliere i resti organici che, attraverso un sistema di canalizzazione, venivano indirizzati in un pozzo di raccolta situato al centro dell'ambiente. Il pavimento si presenta inclinato verso il pozzo centrale la cui finalità era quella di far scivolare dentro il materiale organico.
Durante gli scavi sono state rinvenute anche ossa umane, decorazioni appartenenti alla Chiesa e due teste di gesso.
All'interno del pozzo, invece,  sono state ritrovate nove medagliette devozionali in rame del XVIII secolo che venivano utilizzate come spille o come ciondoli per collane. Solo tre di queste sono in ottimo stato e perfettamente leggibili.
L'intervento di restauro della cripta è stato di natura strettamente conservativa. I colatoi si presentavano in discrete condizioni, per cui si è provveduto esclusivamente alla pulitura degli stessi. La scala d'accesso alla cripta non ha richiesto alcun intervento di restauro viste le ottime condizioni di conservazione; infatti il materiale terroso, riversato all'interno della cripta, ha preservato l'integrità della stanza.


Redatto da Silvia Amico, Francesca Fonti, Chiara Nicosia e Martina Salvaggio

Tratto da Caltanissetta. Le emergenze architettoniche, a cura di Daniela Vullo, Edizioni Lussografica 2015

Daniela Vullo, La chiesa di San Sebastiano a Caltanissetta tra storia e restauro, Regione Siciliana 2008

Nessun commento:

Posta un commento