La statua di san Michele
Lo storico nisseno Punturo nel suo libro, oltre a narrare delle apparizioni dell'arcagelo in occasione della pestilenza del 1624, descrive la statua del santo che attualmente si situa nella Cattedrale di Santa Maria la Nova. In un passo del suo libro, riporta i documenti e le tradizioni, secondo le quali la prima rappresentava l'angelo custode e solo successivamente venne modificata in San Michele Arcangelo da uno scultore; una leggenda riguardante la testa della statua afferma che essa sia di fattura divina. Per quando riguarda i documenti, la realizzazione della scultura si attribuisce all'artista Stefano Li Volsi di Nicosia. Nel corso dei secoli, la statua ha subito delle modifiche, per quanto riguarda l'intaglio e i colori. La prima modifica fu eseguita dallo scultore Domenico Pugliese nel 1785, il quale pare abbia raschiato completamente la scultura portando alla perdita delle cromie e delle fattezze originali.
Grazie al contributo economico da parte dei cittadini, la statua subì nuovamente una modifica avvenuta per mano dei Biangardi, maestri napoletani. Questi ultimi si dedicarono al restauro dei panneggi e dell'armatura.
Al giorno d'oggi non si può godere della bellezza piena della statua poiché la figura del Santo è da sempre ricoperta da un prezioso mantello rosso in velluto arricchito da ricami dorati.
Redatto da Jamila Pastorello e Giulia Pagano
Tratto da NADIA RIZZO, San Michele Arcangelo nell'arte europea: iconografia della giustizia e pietà popolare, Paruzzo 2005
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